La Gestalt poggia i piedi su un postulato fondamentale: la base dell'esistenza è il sentire. Non è una verità assoluta, ma è una prospettiva attraverso cui vedere la realtà; esistono altre prospettive, altrettanto valide senza dubbio, ma portano su altre strade. La strada di un gestaltista passa attraverso il sentire. A volte è una strada impervia, a volte è in discesa, ma ha sempre un panorama interessante, perchè ascoltare le emozioni che proviamo è la bussola che rende il viaggio interessante. Questo perchè il sentire è la fonte del piacere della vita, è ciò che da un senso a quello che viviamo. In alcuni momenti, e a tutti sarà capitato, viaggiamo sulle strade della nostra vita ciechi e senza meta. Non troviamo un senso, non troviamo prospettive e viviamo a metà, insoddisfatti ed infelici. Ci muoviamo usando abitudini, automatismi, modi conosciuti e rassicuranti, ma che non danno alcun piacere. Si finisce così per perdere l'equilibrio in una realtà piena di regole che non si è scelti, che creano conflitti interni tra ciò che dobbiamo fare e ciò che desideriamo realmente. Senza ascoltare cosa sentiamo nelle varie situazioni, è poco probabile che riusciamo a scegliere cosa vogliamo veramente nella vita. Certo, possiamo scegliere cosa dobbiamo fare o cosa sarebbe meglio fare, ma questo ci porterebbe ben lontano da un'esistenza soddisfacente. Parlando per assurdo (e forse mica poi tanto), se non prestassimo attenzione a quale cibo fa esultare il nostro palato e quale lo disgusta, i nostri pasti potrebbero rivelarsi tremendi. O, più in grande, se non stessimo in contatto con l'effetto che ci fa una relazione, rischieremmo di restare incastrati in rapporti che non desideriamo. O in lavori che non vogliamo. O a fare cose, piccole o grandi, che non ci piacciono. Per educazione, e spesso cultura, ci insegnano che il pensare è l'unica via con cui si può percorrere il mondo, ma non restando in contatto con il sentire, con l'effetto che ci fa ciò che ci accade intorno, ecco che rischiamo di scegliere strade non soddisfacenti per la nostra esistenza. Eppure le emozioni, così potenti, forti e delicate al tempo stesso, spaventano gli individui, ma quando imparano a ascoltarsi, a sentire sul serio le mille voci che cantano dentro al cuore, allora non potranno fare a meno che seguirle, aiutate dalla pragmaticità del pensiero. Riprendiamo l'esempio banale dei pasti: se sento piacere nel mangiare il tiramisù a colazione pranzo e cena, alla fine è probabile che starò male; se penso solo a ciò che mi fa star bene, forse mangerò foglie di insalata scondite per tutta la settimana...e starò male ugualmente. Il pensare da solo non da soddisfazione, il sentire da solo non ci fa arrivare dove vogliamo: il pensiero tira da una parte, il sentire dall'altra e l'unico modo per stare in equilibrio è muoversi.
Tutto nella vita è movimento, senza movimento non ci sarebbe vita. E se le emozioni portano movimento, la logica diventa strumento per ottenere ciò che si desidera: allora per realizzare se stessi, l'unico cambiamento possibile è essere consapevoli, desiderare la propria esistenza e scegliere ciò che si vuole cambiare per ottenerla. Ma questa è un'altra storia e un altro post...
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Mi chiamo Elisa Benvenuti e sono una psicologa e psicoterapeuta specializzata in psicoterapia della Gestalt. Archivi
Ottobre 2021
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