Intervista del 02 marzo 2021 dove abbiamo parlato di psicologia, psicoterapia e come la consapevolezza e il cambiamento può aiutarci a migliorare la nostra esistenza.
0 Commenti
Le emozioni sono veicoli, l'importante è dove portano. Se ti trovi in una palude, forse dovevi scendere prima (Paolo Quattrini) Il nostro corpo parla. Senza parole o concetti. Parla direttamente con l'anima e ha una saggezza interna senza eguali. E in genere noi non l'ascoltiamo. Siamo così abituati a non ascoltarlo che a volte dimentichiamo anche di averlo, questo insieme di ossa, tendini e muscoli che ci porta in giro. Eppure lo abitiamo 24 ore su 24. Alcune persone curano in maniera quasi ossessiva la macchina, la casa, ma si scordano di prendersi cura del proprio corpo come se non gli appartenesse, come se non fosse fondamentale per la propria esistenza. Non è una questione di comunicazione non verbale, di cosa trasmettiamo agli altri con una postura o un'espressione. Anzi, sto dicendo proprio il contrario: è ciò che riceviamo e non percepiamo perchè manca la consapevolezza del corpo. Dal collo in già siamo spesso anestetizzati. Dalle emozioni – che spaventano quasi quanto il corpo – scappiamo e le nascondiamo quasi fossero una tortura che c'è capitata per eredità genetica, e quanto sarebbe comodo non dover sentire tutte 'ste cose che si muovono dentro.... Così smettiamo di vivere. Forse si sopravvive, ma in genere è spiacevole e poco funzionale. E indovinate un po' cosa ci da la misura di ciò che è piacevole o spiacevole? Il corpo. Membrana fatta di sensi e ingegneria fisiologica che separa il nostro mondo interno da quello esterno, termometro istantaneo del piacere, attraverso le emozioni ci consente di sopravvivere a ciò che ci capita intorno: se sento paura forse c'è un pericolo da cui devo allontanarmi, se sono arrabbiato forse non ho ottenuto qualcosa per me fondamentale, ecc. Stare in contatto con se stessi permette di essere consapevole delle sensazioni del corpo, dei bisogni dell'organismo, di ciò che si prova emotivamente quando accade qualcosa. E se sappiamo cosa sentiamo, possiamo arrivare a capire cosa vogliamo. L'alternativa è nascondere tutto sotto il tappeto e restare contratti emotivamente, come pentole a pressione, oppure usare dei comportamenti generici, buoni per tutte le stagioni, quelli che poi fanno dire con una smorfia: “Perchè mi comporto sempre così?”. Ecco come nascono i lavori sul corpo. Dalla danza libera al camminare, dalla meditazione ai 5Ritmi, lo scopo è sempre lo stesso: entrare dentro lo stato d'animo, l'emozione, stare in contatto e lasciare che il corpo esprima ciò che sente. Non ha nulla a che vedere con una tecnica di ballo o con l'apparire. Solo il sentire. Sei tu che dialoghi con il tuo corpo. Sei tu che ti permetti di ascoltarlo. Ed è un dialogo intimo, delicato, che riguarda solo te e lui. Ma se ti muovi dentro i tuoi stati d'animo, se respiri le tue emozioni e le lasci fluire in un gesto, ecco che accade qualcosa di meraviglioso: il tuo mondo cambia. Il caos, la pesantezza, l'inerzia si trasformano in equilibrio. Perchè la vita è movimento e il sentire è prima di tutto un movimento cinesico del corpo. Il risultato è diverso da persona a persona, ma l'esperienza di connessione che si sperimenta lascia un sapore di libertà che resta nell'animo a lungo, e il corpo ritrova quella saggezza organismica che fa fiorire la vita. * Per i lavori sulla corporeità, potete consultare la pagina delle Attività
La Gestalt poggia i piedi su un postulato fondamentale: la base dell'esistenza è il sentire. Non è una verità assoluta, ma è una prospettiva attraverso cui vedere la realtà; esistono altre prospettive, altrettanto valide senza dubbio, ma portano su altre strade. La strada di un gestaltista passa attraverso il sentire. A volte è una strada impervia, a volte è in discesa, ma ha sempre un panorama interessante, perchè ascoltare le emozioni che proviamo è la bussola che rende il viaggio interessante. Questo perchè il sentire è la fonte del piacere della vita, è ciò che da un senso a quello che viviamo. In alcuni momenti, e a tutti sarà capitato, viaggiamo sulle strade della nostra vita ciechi e senza meta. Non troviamo un senso, non troviamo prospettive e viviamo a metà, insoddisfatti ed infelici. Ci muoviamo usando abitudini, automatismi, modi conosciuti e rassicuranti, ma che non danno alcun piacere. Si finisce così per perdere l'equilibrio in una realtà piena di regole che non si è scelti, che creano conflitti interni tra ciò che dobbiamo fare e ciò che desideriamo realmente. Senza ascoltare cosa sentiamo nelle varie situazioni, è poco probabile che riusciamo a scegliere cosa vogliamo veramente nella vita. Certo, possiamo scegliere cosa dobbiamo fare o cosa sarebbe meglio fare, ma questo ci porterebbe ben lontano da un'esistenza soddisfacente. Parlando per assurdo (e forse mica poi tanto), se non prestassimo attenzione a quale cibo fa esultare il nostro palato e quale lo disgusta, i nostri pasti potrebbero rivelarsi tremendi. O, più in grande, se non stessimo in contatto con l'effetto che ci fa una relazione, rischieremmo di restare incastrati in rapporti che non desideriamo. O in lavori che non vogliamo. O a fare cose, piccole o grandi, che non ci piacciono. Per educazione, e spesso cultura, ci insegnano che il pensare è l'unica via con cui si può percorrere il mondo, ma non restando in contatto con il sentire, con l'effetto che ci fa ciò che ci accade intorno, ecco che rischiamo di scegliere strade non soddisfacenti per la nostra esistenza. Eppure le emozioni, così potenti, forti e delicate al tempo stesso, spaventano gli individui, ma quando imparano a ascoltarsi, a sentire sul serio le mille voci che cantano dentro al cuore, allora non potranno fare a meno che seguirle, aiutate dalla pragmaticità del pensiero. Riprendiamo l'esempio banale dei pasti: se sento piacere nel mangiare il tiramisù a colazione pranzo e cena, alla fine è probabile che starò male; se penso solo a ciò che mi fa star bene, forse mangerò foglie di insalata scondite per tutta la settimana...e starò male ugualmente. Il pensare da solo non da soddisfazione, il sentire da solo non ci fa arrivare dove vogliamo: il pensiero tira da una parte, il sentire dall'altra e l'unico modo per stare in equilibrio è muoversi.
Tutto nella vita è movimento, senza movimento non ci sarebbe vita. E se le emozioni portano movimento, la logica diventa strumento per ottenere ciò che si desidera: allora per realizzare se stessi, l'unico cambiamento possibile è essere consapevoli, desiderare la propria esistenza e scegliere ciò che si vuole cambiare per ottenerla. Ma questa è un'altra storia e un altro post... |
Autore
Mi chiamo Elisa Benvenuti e sono una psicologa e psicoterapeuta specializzata in psicoterapia della Gestalt. Archivi
Ottobre 2021
Categorie
Tutto
|